sabato 26 gennaio 2013

Impostazione tattica sui calci piazzati: fase difensiva

Uno dei problemi maggiormente riscontrabili in una squadra è la costruzione di schemi ben precisi da effettuare sulle palle inattive. In fase difensiva infatti, è possibile scegliere fra 2 tipologie di marcatura quali la difesa a zona e quella a uomo. Il concetto di difesa a zona sulle palle inattive, fino a qualche anno fa sembrava impraticabile poichè risultava praticamente impossibile fermare i saltatori avversari senza cercare di contrastarli direttamente. Ultimamente, sia per l'evoluzione del regolamento, sia per cercare di trovare un metodo da parte delle squadre più deboli nel gioco aereo, per difendersi contro avversari in grado di portare chili e centimetri in abbondanza nelle zone calde nelle situazioni di palla inattiva, la difesa zona ha avuto numerosi consensi e di conseguenza è stato possibile verificarne l'applicabilità. Anche se secondo il mio parere  la marcatura a zona non risulta indicata, non si può negare che questa comporti dei vantaggi in termini di superiorità numerica, di responsabilità equamente divisa tra i giocatori, di lettura della traiettoria del pallone e di lettura delle tattiche avversarie attraverso l'organizzazione di una difesa indipendente da esse ( si annullano i blocchi, si evitano trattenute, spinte e altre scorrettezze punibili con il calcio di rigore ecc.). Resta vero però che questo tipo di tattica comporta numerosi svantaggi quali la richiesta di un elevata concentrazione, la necessità di un corretto piazzamento e per ultimo ma non meno importante la necessità di molto tempo per addestrare la propria squadra. In una difesa a zona, in situazione di palla attiva (cioè durante il normale svolgimento della partita), ogni giocatore è responsabile in primo luogo della propria zona di competenza, così in situazione di palla inattiva ogni elemento dovrà occuparsi della zona a lui assegnata. Sulle palle inattive ogni giocatore dovrà infatti occuparsi della zona compresa tra se e il proprio compagno più vicino sia frontalmente che lateralmente verso il centrocampo. Il problema grosso di questa marcatura è il fatto che molto spesso, i giocatori presi dalla concitazione ( specie nei minuti finali della partita) tendono ad arretrare dimenticandosi che quella è zona di competenza del proprio compagno, lasciando quindi la propria zona scoperta agli inserimenti dei saltatori avversari. Per questo motivo ad esempio, squadre come il Milan o il Genoa che difendono a zona sui calci piazzati risultano essere statisticamente le squadre che hanno preso più gol su palla inattiva. Altro problema frequente specie sulle punizioni, è la tendenza a "schiacciarsi" verso la porta; questa tendenza risulta essere particolarmente deleteria per il portiere in quanto si creano frequentemente mischioni che non fanno altro che impedire una corretta azione dell'estremo difensore. I giocatori devono restare fermi nelle rispettive posizioni fino a quando la palla non viene calciata: i giocatori non devono assolutamente rimanere “passivi” aspettando che la palla cada loro sulla testa, altrimenti verranno sempre anticipati dagli attaccanti; una volta che la sfera entra nella zona di competenza di un giocatore, quel giocatore dovrà “aggredire” la palla andandole incontro, anticipando il saltatore avversario. Facendo una panoramica degli spazi in cui c'è bisogno di una maggiore attenzione quando si marca a zona possiamo riscontrare:
- il primo palo
- il secondo palo
- la zona antistante il primo palo dove avvengono frequentemente le cosiddette "spizzicate"
- lo spazio compreso tra il dischetto del rigore e l'aria piccola
- lo spazio che si crea inevitabilmente al limite dell'aria di rigore quando ci si "schiaccia verso la porta"

La disposizione maggiormente usata prevede la collocazione di 2 giocatori a difesa dei pali e 1 nella zona antistante il primo palo; davanti all’area piccola poi ci sono quattro giocatori schierati a formare un “rombo”; inoltre al limite dell’area di rigore, in verticale rispetto ai pali della porta, si dispongono generalmente i 2 attaccanti con il giocatore più veloce disposto in prossimità della zona di battuta del calcio piazzato in maniera tale da poter ripartire velocemente qualora si riuscisse a riconquistare il possesso. Chiaramente questa disposizione è stata più volte modificata e adattata a seconda del credo tattico dell'allenatore, delle caratteristiche individuali dei giocatori e soprattutto del tipo di traiettoria che il battitore vuole eseguire ( a rientrare la disposizione era quasi uguale alla precedente tranne per il fatto che il "rombo" davanti all'area piccola diveniva un triangolo con 3 giocatori in linea a formare la base e 1 vertice posto sul dischetto del rigore). Uno dei princìpi più importanti da rispettare, in caso di respinta del pallone fuori dell’area di rigore, prevede che, sulla respinta da parte della difesa, la squadra salga in modo compatto in avanti verticalmente, al fine di mettere in fuorigioco gli avanti avversari. Nelle punizioni laterali, in posizione esterna all’area di rigore, valgono le stesse regole e la stessa disposizione indicata per i calci d’angolo, con una variante relativa alla presenza di due uomini in barriera. Diverso il discorso nella punizione dalla trequarti dove la disposizione maggiormente applicata prevede la formazione di una doppia linea difensiva disposta al limite dell'area di rigore molto alta proprio per tenere lontani dalla porta gli attaccanti avversari. Sempre a seconda della traiettoria del pallone, queste linee potranno interagire tra loro arretrando in caso di palla a rientrare e restando quanto più possibile altri in caso di palla ad uscire per questo risulta molto importante il sincronismo tra i giocatori in quanto anche 1 solo movimento sbagliato significa automaticamente prendere gol. Questo è un motivo per cui io personalmente prediligo una difesa a uomo sui calci piazzati. La difesa a uomo infatti prevede una responsabiltà individuale perchè ogni giocatore ha il proprio avversario da marcare, si perde chiaramente in superiorità numerica e nella possibilità di eludere blocchi e tattiche avversarie per liberare i saltatori, ma si acquisisce il dinamismo necessario per contrastare i saltatori che arrivano in corsa da dietro, dinamismo che invece nella difesa a zona si perdeva poichè i giocatori partivano da fermi e con il dubbio di dover difendere solo quella zona; è anche vero che però con una difesa a uomo aumenta drasticamente il rischio di infrazioni al regolamento, ma a discapito di questo diminuisce statisticamente il numero di gol subiti su palla inattiva. Scegliere di difendere a zona o a uomo deve essere rapportato alle caratteristiche dei giocatori. Inoltre anche le caratteristiche  portiere in tale scelta rappresentano un nodo fondamentale. Un estremo difensore abile nelle uscite permetterà all'allenatore di impostare una difesa pur sempre attenta, ma volta a ripartire velocemente. Ecco perchè squadre come il Celtic o anche il Chelsea schierano una difesa mista con marcatura a uomo nell'area e a zona in quella piccola dove rispettivamente Forster ( 202cm) e Cech (198 cm) permettono uscite sicure e veloci ripartenze grazie alla loro discreta visione di gioco e capacità tecnica. In definitiva conviene per quanto riguarda una squadra giovanile provare ad applicare entrambe le metodiche in maniera tale da verificare i pro e i contro riscontrati nel corso delle partite, in modo tale da applicare quella che garantisce le maggiori garanzie sia in fase difensiva che in fase di ripartenza, perchè ricordiamoci che da una palla inattiva può nascere anche l'azione che ci fa vincere la partita.

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